Si tratta di una lunga fascia di terreno tra il corso del Canale Masina posto a Nord e il fiume Gorzone posto a sud, fino al punto di confluenza.
Tale ambito è stato creato nella sua fisionomia attuale a partire da quando fu effettuato lo scavo del canale Masina parallelamente al fiume Gorzone.
Con tale intervento fu creato un nuovo tratto di canale e una arginatura di contenimento verso nord. Per creare tale arginatura furono effettuate delle escavazioni sui terreni rimasti all’interno del canale ed è così che si formarono le pozze che attualmente sono visibili nella parte più a est del bacino e quella in prossimità  del ponte sulla S.P. n.41, creata in epoca successiva.
La restante porzione di terreno di circa 21 ha è stata utilizzata dal precedente concessionario finora come terreno agricolo per la coltivazione di seminativi e perciò sistemato dal punto di vista della regimazione idraulica-agraria.
Il territorio circostante è soggetto ad attività agricole: molto diffusa è la coltivazione del mais, avvicendata spesso con la soia e con l’erba medica, meno frequente la coltivazione del frumento e dell’orzo. Talora si presentano alcuni vigneti.
Il bacino è caratterizzato da una lunga fascia di terreno posta ad una quota variabile tra i 5 e 3,3 m.s.l.m. e funge da invaso di espansione dei due corsi d’acqua nei periodi più piovosi.
Il canale Masina è privo di arginatura verso quest’area, per cui ad ogni consistente precipitazione nel bacino idrografico di competenza, le zone più basse vengono invase dalle acque.
Sono presenti delle aree costantemente inondate d’acqua, che costituiscono degli habitat di rifugio preferenziali per diverse specie animali. Questi specchi d’acqua sono contornati da una vegetazione igrofila da canne palustri (Phragmites communis). All’interno sono presenti alcune varietà di piante erbacee come la ninfea, il giaggiolo di palude, la sarcinella.
L’estensione di queste pozze tende a ridursi per il continuo apporto di materiali provenienti dagli alvei dei canali.
Le parti emerse sono costituite da formazioni vegetali, principalmente arboree, da prato sottoposto a sfalciatura e da un’estesa zona adibita alla coltura di mais.
Lungo l’argine del Gorzone si sviluppano bande boschive di specie infestanti come la robinia.
La porzione dell’invaso posta a ridosso del ponte, superato il boschetto iniziale, è coltivata a mais ed è sistemata dal punto di vista idraulico-agrario alla “ferrarese”, adattato alle caratteristiche fisiche dell’area.
Le formazioni arboree di maggiore estensione si localizzano all’estremità dell’area e in prossimità delle zone umide. Sono di origine principalmente naturale e sono composte da specie igrofite.
Il salice bianco (Salix alba) costituisce il 90% dei soggetti arborei, il restante 10% è rappresentato dal pioppo bianco (Populus alba) e olmo (Ulmus campestris), scarsa è la partecipazione di ontano nero (Alnus glutinosa) e del pioppo nero (Populus pigra) o specie derivanti.
Il salice bianco specialmente nell’area vicina alla strada provinciale costituisce delle formazioni quasi pure, mentre verso il punto di affluenza dei due canali si mescola con il pioppo bianco.
Non si riscontra la presenza di specie arbustive all’interno delle formazioni arboree; ai margini si riscontrano delle specie arbustive di salice (Salix viminali e caprea) e biancospini (Crataegus monogyna) si localizzano lungo l’argine del Gorzone a quota un po’ più alta.
Nelle aree meno soggette all’inondazione si trova la robinia (Robinia pseudoacacia).
Tre esemplari di salice di grandi dimensioni sono presenti in una piccola area interposta alla zona agricola.
La copertura vegetale è generalmente molto densa anche se le specie presenti manifestano una spiccata eliofilia. Qualche volta si scorgono piccole aperture nella vegetazione dovute ai frequenti schianti di diverse piante: la falda freatica molto superficiale e le continue inondazioni non consentono un buon ancoraggio dell’apparato radicale nel suolo.
La rinnovazione si manifesta sporadicamente nelle zone più al riparo dall’acqua ed è assente nelle zone più aduggiate. Piccoli nuclei di rinnovazione di pioppi bianco si trovano verso est.
Il portamento arboreo delle piante e spesso “campigolare” da una stessa ceppaia si dipartono diversi fusti anche di grosse dimensioni.
Le piante presentano dimensioni diverse, il diametro medio si aggira sui 25 cm e l’altezza vana dai 10 ai 20 m. Alcuni esemplari di pioppo bianco raggiungo i 25 m di statura e un diametro di 70 cm. L’età , quindi, può variare dai 15 anni ai 50 anni.
Dal punto di vista strutturale si distinguono alcune formazioni coetanee monoplane, costituite da salice e altre formazioni irregolari composte da più nuclei puri coetanei. Non si sono notati interventi umani di particolare consistenza, la vegetazione da un po’ di anni segue il suo corso naturale. Qualche utilizzazione interessa il soprassuolo schiantato.
Infine, lungo il canale Masina si sviluppa un filare artificiale di salice bianco con sesto d’impianto di 3 m.
Di notevole interesse è la presenza di una abbondante avifauna soprattutto nelle zone più a est caratterizzate dalla presenza di aironi (airone cenerino, nitticora, garzetta), della gallinella d’acqua, da diversi tipi di anatre (anatra tuffatrice, anatra di superficie) e molte altre specie ancora.
Pagina aggiornata il 28/07/2023