L’intervento è localizzato alla zona di terreno che va dalla sponda sul canale Masina a nord fino all’unghia arginale dell’argine sul Gorzone a sud dell’area.
Non si è intervenuto sulle strutture arginali, l’argine destro del Masina e quello posto costituente la sponda sinistra del Gorzone posto a sud.
L’obiettivo è stato quello di rimodellare il territorio agricolo presente nel bacino con specchi d’acqua e vegetazione arborea caratterizzata da specie che si adattino ai periodi di sommersione a cui va soggetta l’area. Inoltre con terreno di riporto è stato possibile modellare il terreno creando dei modesti rialzi ( 1,00 m rispetto al piano campagna) in modo da rendere possibile l’affermarsi di esemplari di frassino, farnia, carpino creando una maggiore diversità biologica rispetto a quanto presente al momento
Sono state quattro le tipologie di intervento principali:
L’area destinata a servizi
Situata in prossimità del ponte dove è presente l’accesso al bacino Valgrande Lavacci
Questa zona situata ad una quota di circa 5-6 m superiore a quella del terreno coltivato e corrispondente alla quota dell’arginatura del Masina e del Gorzone viene utilizzata durante i periodi di piene eccezionali come area di movimentazione del materiale necessario per i rinforzi delle arginatura ed usualmente destinata a parcheggio dei mezzi utilizzati dai visitatori (auto, moto, biciclette), è attrezzata con materiale di arredo (panchine, cestini portarifiuti, portabiciclette e cartellonistica), permettendo la sosta di attesa e una nota informativa prima di effettuare la visita dell’area naturalistica.
A contorno dell’area è inserita della vegetazione arborea ed arbustiva: una siepe fitta e spinosa in prossimità della scarpata, anche con funzione contenitiva e di protezione.
L’area destinata a parco didattico.
Oltre a ricreare l’ambiente naturale palustre e il bosco ripariale che permetta di mantenere ed incrementare la presenza di avifauna, si è voluto far conoscere ai visitatori le caratteristiche vegetazionali del bosco igrofilo che difficilmente in altre zone è possibile visitare.
Per questo si è inserito un parco didattico facilmente raggiungibile da tutti, comprese le scolaresche, in cui è riprodotta la prateria, l’ambiente palustre e la vegetazione arborea ed arbustiva con le principali specie autoctone della vegetazione igrofila e del bosco planiziale di seguito elencate.
ALBERI:
Acer Campestis, Alnus glutinosa, Carpinus betulus, Celtis australis, Fraxinus oxycarpa, Ostrya carpinifolia, Populus alba, Populus nigra, Prunus avium, Quercus robur, Salix alba, Sorbus domestica, Tilia platyphyllos, Ulmus minor.
ARBUSTI:
Cornus mas, Cornus sanguinea, Frangula alnus, Crataegus monogyna, Prunus spinosa, Rhamnus cathartica, Sambucus nigra, Viburnum opalus, Ligustrum vulgare, Berberis vulgaris, Evonymus europaeus, Corylus avellana
È stato mantenuto il filare di salici bianchi lungo il canale Masina, con estirpazione di alcuni esemplari in modo da favorire lo sgrondo delle acque qualora l’area sia soggetta ad inondazione.
Con il terreno proveniente dallo scavo dell’area palustre si sono creati dei modesti rialzi di terreno, ove sono state predisposte delle zone di sosta per poter ammirare l’avifauna, è stata insediata la vegetazione meno resistente alle periodiche sommersioni.
L’area destinata a parco naturale
È la restante porzione di terreno agricolo pari a circa 17 Ha convertiti ad area naturalistica tramite creazione di ambienti lacustri e inserimento di vegetazione arborea di contorno
L’ambiente ricreato denota caratteristiche di naturalità e servirà all’affermarsi di avifauna stanziale e di passo, la restante area non utilizzata viene lasciata a prato di tipo estensivo con l’affermazione di una vegetazione erbacea spontanea non essendo stata effettuata semina di prato artificiale.
L’intervento principale si è prefisso la creazione di alcune zone palustri (2-3 stagni intervallati in misura equidistante una dall’altra) attraverso lo scavo di 1,2-1,5 m e riporto del terreno in modo da creare dei movimenti di quota con inserimento nelle zone nettamente più alte della vegetazione meno resistente alle sommersioni quali frassini, querce, carpini, aceri, ecc.
L’area destinata a riserva naturale
È stata individuata in quelle zone ove esisteva già una situazione di sufficiente naturalità. Sono due aree, una posta all’inizio del bacino caratterizzata da un bosco idrofilo quasi esclusivamente di salice bianco e l’altra posta dopo l’attuale zona agricola ove sono presenti prati intervallati da pozze d’acqua e vegetazione palustre, arbustiva ed arborea.
Queste aree sono conservate e saranno tutelate dalla presenza antropica, si sono effettuati solo interventi di pulizia dai rifiuti, accumulatisi nel tempo nella zona, e pulizia da pochi elementi di vegetazione arborea schiantatasi nel tempo e che procurava problemi di regimazione idraulica.
Pagina aggiornata il 28/07/2023