Descrizione
Tra le province di Rovigo e Padova, a ridosso dell’Adige, si estende il Comune di Sant’Urbano, un crocevia di differenti culture, influenze e molteplici legami, avvertiti con singolare intensità. Le sue origini sono molto antiche, verosimilmente paleovenete. Ricchissima è la sua storia, testimoniata da numerosi reperti che risalgono al neolitico sino all’epoca romana. Un’importante evoluzione si ebbe nel 1500 con i Veneziani che bonificarono i terreni paludosi con una notevole spinta all’agricoltura. Il legame tra uomo e natura qui, nel Comune di Sant’Urbano, non si è mai spezzato: gli insediamenti urbani sono diffusi, strutturati in piccole dimensioni, senza grandi arterie che altererebbero l’ambiente circostante.
La campagna è il fiore all’occhiello di questo territorio: rispettata, curata e coltivata con passione da sempre! Al limite della frazione di Carmignano si estende l’oasi del Bosco dei Lavacci, un grande spazio verde, ricco di tranquillità, piante ed animali. L’ambito dei Lavacci, altrimenti conosciuto come “Bacino Valgrande”, deriva dal vasto complesso di paludi, laghi e terre semisommerse che un tempo si estendeva tra le province di Verona e Padova fino alle foci dell’Adige.
Numerosissime sono le testimonianze del passato, documentate attraverso opere d’arte, ville di notevolissimo pregio (come Villa Nani Loredan), architettura rurale e cristiana. Questo significativo patrimonio ha costituito la base per un’apertura verso l’arte contemporanea riscontrabile in numerose opere monumentali.